COVID19

La Paura dell'Invisibile 

PROGETTO REALIZZATO  IN DOPPIA ESPOSIZIONE.

Il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 ha iniziato a circolare, in Cina, in particolare a Wuhan, nel mese di novembre del 2019. Si registrava un certo numero di polmoniti anomale, dalle cause non ascrivibili ad altri patogeni.

 Il 9 gennaio le autorità cinesi avevano dichiarano ai media locali che il patogeno responsabile è un nuovo ceppo di coronavirus, della stessa famiglia dei coronavirus responsabili Sars e della Mers. La COVID-19, o SARS-CoV-2, 

o più semplicemente nuovo coronavirus, appartiene al genere dei betacoronavirus. Il virione del Covid-19 ha molto in comune con quello che scatenò l'epidemia di SARS del 2003: l'omologia è pari al 76%. La morfologia ultrastrutturale del SARS-CoV-2 è estremamente particolare: la superficie è ricoperta da glicoproteine S, conferendogli l’aspetto di una corona: da qui il famigerato nome. Si tratta di una malattia estremamente contagiosa, ma permangono ancora molte incertezze sulle esatte modalità di trasmissione e sulla sua patogenicità. Una febbre alta, persistente, è il primo segnale d'allarme, accompagnata da sintomi simil-influenzali come tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie (respiro corto), dolore ai muscoli, stanchezza. Quel che è peggio è che alcune persone si infettano ma non sviluppano alcun sintomo. Circa il 20% dei contagiati sembra progredire verso una malattia più grave: polmonite, insufficienza respiratoria acuta grave, insufficienza renale e in alcuni casi morte. Chi si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie ha bisogno del ricovero in ambiente ospedaliero immediato, con eventuale intubazione in terapia intensiva. È uno strazio per le vittime, ma anche per i familiari, che attendono in pena notizie sullo stato di salute dei propri cari.
L'11 marzo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dichiara il coronavirus pandemia. Secondo la definizione, una pandemia è la diffusione in tutto il mondo di una nuova malattia, e generalmente indica il coinvolgimento di almeno due continenti, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo. Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale, si dichiara profondamente preoccupato dai livelli allarmanti di diffusione e gravità.
Ora che la malattia si è diffusa a livello globale sono diverse le compagnie aeree che, a scopo precauzionale, hanno messo a terra tutti gli aerei a prescindere dalla destinazione, segnando ancora più profondamente la vasta faglia che ci divide dal resto del mondo. Il DPCM del 23 febbraio 2020 ha timidamente dato il via a un lungo susseguirsi di istituzioni e attività: tra le prime, scuole e università. Il 10 marzo arriva quello definitivo: stop ad esercizi commerciali di ogni genere, al di fuori di quelli di prima necessità, quali supermercati e farmacie. Nessuno avrebbe mai immaginato che questa nuova primavera l'avremmo trascorsa a contemplarla dalle finestre di casa.

 

Una tempesta colpisce il Pianeta 

Già a novembre il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 aveva iniziato a circolare, in Cina, in particolare a Wuhan, la città più popolata dell'area orientale. Si registra un certo numero di polmoniti anomale, dalle cause non ascrivibili ad altri patogeni. Dalle prime indagini era emerso che i contagiati erano frequentatori assidui del mercato Huanan Seafood Wholesale Market a Wuhan, che è stato chiuso dal 1 gennaio 2020: l’ipotesi era che il contagio possa essere stato causato da qualche prodotto di origine animale venduto nel mercato. ll 9 gennaio le autorità cinesi avevano dichiarato ai media locali che il patogeno responsabile è un nuovo ceppo di coronavirus, della stessa famiglia dei coronavirus responsabili Sars e della Mers ma anche di banali raffreddori, ma diverso da tutti questi – nuovo, appunto. Il 7 gennaio il virus veniva isolato e pochi giorni dopo, il 12 gennaio, veniva sequenziato e la Cina condivideva la sequenza genetica. Questo è stato il primo passo importante, in termini di ricerca, anche per poter sviluppare e diffondere i test diagnostici che serviranno a molti altri paesi.

Mascherina

In Italia servono ogni mese 90 milioni di mascherine.



Un metro di distanza

Coronavirus, ma qual è la giusta distanza di sicurezza? Un metro e 80 centimetri (o per essere precisi 1,82). Anzi no un metro. Questa misura di sicurezza è legata al termine «droplet», cioé le gocciolone di saliva che vengono disperse nell’aria da chi starnutisce, tossisce e, in misura minore, da chi parla. Dal punto di vista scientifico la giusta misura di sicurezza da rispettare per evitare con certezza il contagio da Covid-19 è di 1,82 metri: in questo modo si sarà certi che nessuna di queste goccioline (piuttosto grosse, cadono per gravità) raggiungerà altre persone.



Amuchina

Coronavirus e il paradosso dell’Amuchina: utilizzare troppo disinfettante per le mani potrebbe aumentare il rischio di infezioni

"È necessario lavare le mani e utilizzare disinfettanti a base di alcol per ridurre la trasmissione del nuovo virus, ma esagerare non va mai bene”: gli esperti spiegano perché. Parlando a Kyodo News, agenzia di stampa giapponese, una portavoce della Kao Corporation, azienda di prodotti chimici, suggerisce che utilizzare un disinfettante può avere anche un lato negativo: utilizzarne troppo potrebbe aumentare il rischio di infezione. Infatti, è stato spiegato che l’uso eccessivo di disinfettanti a base di alcol potrebbe rimuovere la “normale flora batterica” che riveste la pelle e respinge i germi. “Naturalmente, è necessario lavare le mani e utilizzare disinfettanti a base di alcol per ridurre la trasmissione del nuovo virus, ma esagerare non va mai bene”, ha detto la portavoce.



Guanti

«I guanti possono diventare veicolo di contagio, quindi vanno cambiati tutte le volte che vengono a contatto con superfici sporche o infette. E non vanno riutilizzati. È indispensabile non toccarsi naso, bocca e occhi mentre si indossano. E quando si eliminano devono essere sfilati al contrario, senza entrare in contatto con la superficie che può essere stata contaminata».



Febbre

Una febbre alta, persistente, è il primo segnale d'allarme, accompagnata da sintomi simil-influenzali come tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie (respiro corto), dolore ai muscoli, stanchezza. Quel che è peggio è che alcune persone si infettano ma non sviluppano alcun sintomo. La maggior parte dei casi attualmente confermati - soprattutto i bambini e i giovani adulti - sembra avere una malattia lieve, simil-influenzale, e a inizio lento. Circa il 20% sembra progredire verso una malattia più grave: polmonite, insufficienza respiratoria acuta grave, insufficienza renale e in alcuni casi morte. Chi si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie ha bisogno del ricovero in ambiente ospedaliero immediato, con eventuale intubazione in terapia intensiva. È uno strazio per le vittime, ma anche per i familiari, che attendono in pena notizie sullo stato di salute dei propri cari.

STOP

Il DPCM del 23 febbraio 2020 ha timidamente dato il via a un lungo susseguirsi di istituzioni e attività: tra le prime, scuole e università. Il 10 marzo arriva quello definitivo: stop ad esercizi commerciali di ogni genere, al di fuori di quelli di prima necessità, quali supermercati e farmacie. I piccoli commercianti sono stati messi in ginocchio, privati di ogni forma di ogni forma di sostentamento; diversi sono i lavoratori che, privi di ogni garanzia sociale, non sanno più come sfamare le proprie famiglie. I parcheggi dei supermercati sono occupati da file interminabili, ed è guerra per accaparrarsi i prodotti di prima necessità. Il governo invita costantemente i cittadini a restare chiusi nelle proprie case e ad uscire solo se muniti di un'autocertificazione e per motivi di comprovata necessità. Nessuno avrebbe mai immaginato che questa nuova primavera l'avremmo trascorsa a contemplarla dalle finestre di casa.


Pandemia 

L'11 marzo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dichiara il coronavirus pandemia. Secondo i provvedimenti di carattere generale, questa condizione costringerebbe il mondo ad uno stop totale per 21 giorni. Secondo la definizione, una pandemia è la diffusione in tutto il mondo di una nuova malattia, e generalmente indica il coinvolgimento di almeno due continenti, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo. Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale, si dichiara profondamente preoccupato dai livelli allarmanti di diffusione e gravità. La Covid-19 è la seconda pandemia di questo secolo, comparsa a 11 anni dalla pandemia dell'influenza A/H1N1. Come allora, ogni Paese è tenuto a rispondere mettendo in atto dei piani pandemici per gestire l'organizzazione di ospedali e terapie, in linea con quanto previsto dalla stessa OMS. Quella del coronavirus Sars-CoV-2 è anche la seconda pandemia in un mondo globalizzato e nella quale il virus si è spostato rapidamente da un continente all'altro a bordo degli aerei, proprio come aveva fatto il virus dell'influenza H1N1. A renderla unica è stata la risposta del mondo scientifico, che ha ottenuto l'identikit genetico dell'agente responsabile con una rapidità mai vista fino ad ora.


Tutti a casa 

Per fortuna anche i bambini italiani, come i loro coetanei cinesi, nella maggior parte dei casi, contraggono una forma essenzialmente benigna di COVID-19, la malattia causata dall'infezione da SARS-CoV-2. Tant'è vero che alcuni dei bambini risultati positivi al test del Coronavirus, quindi contagiati, sono stati rapidamente dimessi perché in pratica non avevano nessun sintomo. I bambini stanno risentendo particolarmente delle restrizioni dettate dal virus: non hanno più modo di andare a scuola, di socializzare, di andare al parco, di divertirsi all'aperto in questi tiepidi giorni primaverili. Eppure sembrano essere più coscienti di tanti adulti: tra i piccoli si è scatenata una gara di solidarietà, e numerosi sono i balconi decorati da questi ultimi, dai quali sventolano drappi con arcobaleni colorati e teneri messaggi di speranza e di ottimismo.


Stop ai voli

Lo stop ai voli ha messo in ginocchio le compagnie aeree. Inizialmente, quando il virus coinvolgeva solamente il paese asiatico, più di 60 compagnie hanno deciso di interrompere temporaneamente i loro voli da e per la Cina. Gli aeroporti di tutto il mondo si sono muniti di scanner di temperatura per monitorare costantemente le condizioni di salute dei viaggiatori. Ora che la malattia si è diffusa a livello globale sono diverse le compagnie aeree che, a scopo precauzionale, hanno messo a terra tutti gli aerei a prescindere dalla destinazione, segnando ancora più profondamente la vasta faglia che ci divide dal resto del mondo.


Distribuzione mondiale 

La COVID-19, o SARS-CoV-2, o più semplicemente nuovo coronavirus, è una malattia infettiva respiratoria appartenente al genere dei betacoronavirus. Il virione del Covid-19 ha molto in comune con quello che scatenò l'epidemia di SARS del 2003: l'omologia è pari al 76%. La morfologia ultrastrutturale del SARS-CoV-2 è estremamente particolare: la superficie è ricoperta da glicoproteine S, conferendogli l’aspetto di una corona: da qui il famigerato nome. Ogni virione SARS-CoV-2 ha un diametro di circa 50-200 nanometri e risulta in grado di resistere per ore, o addirittura giorni, sulle superfici. 

Si tratta di una malattia estremamente contagiosa, ma permangono ancora molte incertezze sulle esatte modalità di trasmissione e sulla sua patogenicità.



Cristo miracoloso

La pandemia ha ricordato a molti l'esistenza di Dio. Ormai privi di ogni sicurezza sul futuro, i fedeli si sono affidati alla preghiera, l'unica fonte di speranza, l'unico barlume in questa parentesi buia. Diversi sono gli eventi che rimarranno impressi nelle nostre memorie: abbiamo visto un Papa solo, passeggiare per le strade di Roma, diretto verso la chiesa di San Marcello, per chiedere aiuto al Cristo miracoloso che salvò la città dalla peste nel 1522. Il 27 marzo, alle ore 18, gli occhi del mondo intero erano puntati su una piazza San Pietro dal volto completamente nuovo: vuota, grigia, silenziosa. Il Pontefice, solo e senza il solito gremito pubblico di pellegrini, ha impartito la benedizione Urbi et Orbi tra il rintocco delle campane e l'ululo delle ambulanze.



Tasso di Mortalità 

l tasso di mortalità della pandemia da COVID-19 in Italia è un dato molto discusso e preoccupante, perché nettamente il più alto. Oggi si stimano circa 20.000 decessi, e la cosa peggiore è che i cari dei defunti, purtroppo, a causa della situazione attuale, non hanno neanche modo di dare l'estremo saluto all'affetto perduto. In realtà il tasso di letalità non dice quasi nulla circa la letalità reale del virus, che studi recenti stimano nello 0,7% per la Cina, mentre ISPI stima in 1,14% per l’Italia. La differenza tra questo dato realistico e quello “fuori scala” è riconducibile al numero di persone che sono state contagiate ma non sottoposte al tampone per verificarne la positività. ISPI stima infatti che le persone attualmente positive in Italia siano nell’ordine delle 530.000, contro i circa 55.000 “casi attivi” ufficiali.